mercoledì 28 dicembre 2016

Step 19: Inside out: dentro al colore nero

Salve, mi presento: sono il colore Nero.
Posso essere considerato il “padre” di tutti gli altri colori: prima che fosse creata la luce, io pervadevo ogni cosa; prima di tutti gli altri colori, l’unico ad essere stampato in riviste, giornali e fotografie, o ritratto nei film, ero io (talvolta accompagnato dal mio collega bianco).
Datato è anche il mio impiego: presso gli antichi Egizi ero ancora ben considerato, perché associato al colore della terra fertile e quindi della rinascita (in contrapposizione al rosso della terra arida); nell’antica Grecia ho cominciato ad essere associato al mondo degli inferi: l’Ade, circondato dall’Acheronte, fiume dalle acque scure e fangose, e i mostri che lo popolano, come Cerbero e l’Idra di Lerna. I romani mi indossavano durante i funerali, e mi utilizzavano per indicare ciò che è sporco, brutto o cattivo; dal Medioevo la mia definitiva condanna: animali portasfortuna come corvi e gatti neri, le streghe e il diavolo, e mi indossavano pure gli ecclesiastici addetti all’inquisizione. Ero considerato talmente malvagio da essere adoperato per indicare la gravità di una malattia, la “Peste Nera”.
Dipinto e cantato come il colore della perdita e dell’oblio, il mio riscatto è presto arrivato: simboleggio l’ignoto, non più con terrore, ma con un fascino tutto nuovo. Sono indefinito, e pertanto tu per primo e tutti gli altri potete vedermi come vi pare; non vi impongo di sorridere ed essere gioiosi come il giallo, pacati e riflessivi come i colori chiari, o passionali come il rosso, semplicemente aspetto che mi interpretiate in maniera positiva o negativa, a seconda del vostro umore.
Nel tempo sono diventato molto famoso, tanto da avermi dedicato generi letterari e cinematografici; sono un colore molto deciso e forse pecco di presunzione affermando di essere indispensabile: sono il male senza il quale non potreste apprezzare il bene, e analogamente, l’oscurità senza la quale non potreste vedere le stelle.




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