Salve, mi
presento: sono il colore Nero.
Posso essere
considerato il “padre” di tutti gli altri colori: prima che fosse creata la
luce, io pervadevo ogni cosa; prima di tutti gli altri colori, l’unico ad
essere stampato in riviste, giornali e fotografie, o ritratto nei film, ero io
(talvolta accompagnato dal mio collega bianco).
Datato è
anche il mio impiego: presso gli antichi Egizi ero ancora ben considerato, perché
associato al colore della terra fertile e quindi della rinascita (in
contrapposizione al rosso della terra arida); nell’antica Grecia ho cominciato ad
essere associato al mondo degli inferi: l’Ade, circondato dall’Acheronte, fiume
dalle acque scure e fangose, e i mostri che lo popolano, come Cerbero e l’Idra
di Lerna. I romani mi indossavano durante i funerali, e mi utilizzavano per
indicare ciò che è sporco, brutto o cattivo; dal Medioevo la mia definitiva
condanna: animali portasfortuna come corvi e gatti neri, le streghe e il
diavolo, e mi indossavano pure gli ecclesiastici addetti all’inquisizione. Ero
considerato talmente malvagio da essere adoperato per indicare la gravità di
una malattia, la “Peste Nera”.
Dipinto e
cantato come il colore della perdita e dell’oblio, il mio riscatto è presto arrivato:
simboleggio l’ignoto, non più con terrore, ma con un fascino tutto nuovo. Sono indefinito,
e pertanto tu per primo e tutti gli altri potete vedermi come vi pare; non vi
impongo di sorridere ed essere gioiosi come il giallo, pacati e riflessivi come
i colori chiari, o passionali come il rosso, semplicemente aspetto che mi
interpretiate in maniera positiva o negativa, a seconda del vostro umore.
Nel tempo
sono diventato molto famoso, tanto da avermi dedicato generi letterari e cinematografici;
sono un colore molto deciso e forse pecco di presunzione affermando di essere indispensabile:
sono il male senza il quale non potreste apprezzare il bene, e analogamente, l’oscurità
senza la quale non potreste vedere le stelle.
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