Il nero è, più degli
altri colori, al centro delle credenze popolari e della superstizione.
Ad esempio, molti proverbi contengono
riferimenti al colore nero:
- Niuru cu niuru nun tingi (Chi frequenta persone simili non cambia)
- Sera rossa e nero mattino, rallegra il pellegrino
- Da un uovo bianco può nascere un pulcino nero
E’ noto che il
nero sia collegato a eventi negativi, per questo è il colore del lutto:
simboleggia la fine di un’esistenza e il dolore dei cari che “subiscono” questa
morte. Già nell’antica Grecia il nero era utilizzato per tutto ciò che concerne
il mondo dei morti: Omero ne fa riferimento ed Euripide tratteggia più volte in
nero la figura del re dei morti. Presso i Romani, fu regolamentato l’utilizzo del nero nelle situazioni di lutto, tant’è che i
magistrati indossavano la toga pretexta nera al posto di quella tradizionale color
porpora.
Nella credenza
popolare, il nero allude anche alla paura, esemplificata dalla figura dell’uomo
nero, nella famosa ninna-nanna:
Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo
a chi lo do? Lo darò alla Befana che lo tiene una
settimana. Lo darò all'Uomo Nero che lo tiene un anno
intero.Lo darò all'Uomo Bianco che lo tiene finché è stanco. Lo
darò al Saggio Folletto che lo renda Uomo perfetto!
L'uomo nero, Boogey nella cultura americana
O, molto più comunemente è associato al
gatto nero, emblema della sfortuna. Tale credenza
risale al Medioevo. A
quell'epoca, il gatto nero era considerato il compagno diabolico delle streghe (per
la sua abitudine di uscire di notte) e per il colore, associato all’inferno e al lutto. L’origine della diceria della iella
(la sfortuna) portata dal gatto nero che attraversa la strada
risale invece all’epoca in cui si andava a cavallo, poichè se
un gatto attraversava all’improvviso la strada il cavallo poteva spaventarsi
e disarcionare il cavaliere. Non in tutti i Paesi però è così: in Francia e in Inghilterra, al contrario, i gatti
neri vengono considerati porta fortuna.
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